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Sigilli al Tiberio Palace Hotel. Senza lavoro i cento dipendenti

Manifestazioni di protesta al Tiberio Palace Hotel

di Alberto Canonico

Rimasti senza lavoro, hanno scritto al Cardinale Crescenzio Sepe. “Ci affidiamo alla Sua buona volontà nel voler contribuire a dissuadere coloro che hanno voluto e applicato tale assurdo provvedimento; in un momento storico in cui la precarietà è all’ordine del giorno, noi potevamo contare sulla sicurezza di un lavoro stabile e senza rischi”. I cento dipendenti del Tiberio Palace Hotel hanno ricevuto le lettere di licenziamento da quando il Tribunale di Napoli ha disposto il sequestro della struttura alberghiera di proprietà della famiglia Insigne.

“La situazione è drammatica – fa sapere il capo-ricevimenti del Tiberio Palace – questo albergo ha portato lavoro, turisti e speranza nel quartiere della periferia est, dove prima, a parte prostitute e travestiti, c’era il deserto. E ora vogliono chiuderlo”. L’albergo è situato in via Galileo Ferraris, a 800 metri dalla Stazione Centrale ed è nato dal recupero di un ampio complesso industriale abbandonato per molto tempo. Una storia che va avanti dal marzo del 2009, quando la struttura venne già chiusa una prima volta per presunti abusi edilizi.

Oggi l’albergo funziona solo come sala congressi e solo cinque dipendenti mandano avanti l’intero complesso.

 “Stiamo dalla parte della società – aggiunge un dipendente – e continueremo senza demordere la nostra battaglia”. Da giorni i cento lavoratori hanno iniziato lo sciopero della fame ed invitano le istituzioni coinvolte a visitare la struttura per far capire quale errore stiano commettendo e a guardare in faccia i dipendenti del Tiberio.

In un momento di crisi per il Paese, quando il Tiberio Palace Hotel funzionava a pieno regime, la scommessa di investire in questa zona si era rivelata vincente. Anche i commercianti avevano deciso di aprire o rinnovare le proprie attività, sperando che l’albergo facesse da traino per lo sviluppo della periferia.

Oggi alle 12 si è tenuto un incontro tra i vertici dell’albergo, i sindacati, il Comune di Napoli e la Prefettura. Le istituzioni riesamineranno il fascicolo del Tribunale di Napoli per trovare una soluzione, ma intanto il sequestro rimane e tutto è rimandato ad un secondo incontro agli inizi di marzo. Previste nei prossimi giorni nuove forme di protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda e cercare di ottenere il dissequestro della struttura.

Su Facebook non manca il gruppo “I sostenitori del Tiberio Palace Hotel” che conta già 700 adesioni.